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Mostra fotografica: I territori della Puglia - con gli occhi di Giancarlo

(visite guidate per i ragazzi del Circolo Didattico - Alberobello - dicembre 2005)

L'Associazione "Giancarlo Sumerano" ONLUS, nata per onorare la memoria del giovane architetto scomparso il 25 marzo 2005, ha tra gli scopi sociali quello della valorizzazione e tutela del territorio. Cosa significa questo? Diciamo anzitutto che il territorio è tutto ciò che ci circonda: l'ambiente naturale, gli elementi introdotti dall'uomo nel tempo come, ad esempio, le coltivazioni, i muretti a secco di delimitazione tra proprietà, i trulli, le cisterne, fino ad arrivare agli elementi più complessi come le masserie o le città. Quello che ci appare passeggiando per certe zone della nostra Puglia lo definiamo automaticamente qualcosa di "bello", e perchè? Probabilmente perchè in ciò che stiamo osservando c'è armonia tra gli elementi.

Detto questo, il territorio è dunque un patrimonio, come lo sono grandi monumenti come la Basilica di S. Pietro a Roma o la Torre di Pisa. Anzi, di più: la natura, con le sue colline, gli alberi, le riserve d'acqua, la flora e la fauna, inutile dirlo sono lì nei posti dove sono (da secoli, armonicamente) senza che l'uomo abbia fatto nulla per renderli così. Ma l'uomo si inserisce comunque in questi luoghi, con le sue case, le sue coltivazioni ed i suoi pascoli, perchè anche questo è naturale che sia così.

Finchè natura e manufatti dell'uomo convivono nelle giuste proporzioni, si potrà dire che il risultato finale è "bello". Ma il rischio di fare qualcosa di sbagliato in questo equilibrio delicato, è molto presente.

Facciamo un esempio: prendiamo una bella masseria nel centro di una valle. I viali per raggiungere questa masseria sono larghi 3 metri e fatti di terra battuta. E fino a qualche decennio fà, questa era la norma. Oggi, le nuove esigenze dettate dall'incremento della produzione agricola, ci impongono di acquistare un trattore o una pala meccanica. Il viale di tre metri diventerà di cinque e per limitare l'usura della strada, ci metteremo una bitumazione d'asfalto. Cosa abbiamo fatto? Abbiamo introdotto un elemento nuovo (l'asfalto) che in qualche modo incide su un piccolo ecosistema naturale (il blocco della traspirazione del terreno) e che nel tempo avrà effetti sull'ambiente circostante (umidità di risalita nelle costruzioni vicine alla strada).

Un altro esempio: una strada provinciale che taglia in due un bosco di macchia mediterranea, come ce ne sono dalle nostre parti. La fauna locale del bosco è fatta anche di piccoli animaletti selvatici, un pò rari ma che comunque popolano questi boschi, come rospi, ricci, volpi, testuggini, ecc. Questi, per nidificare, devono cercare il loro posto ideale, magari una piccola pozza d'acqua o una piccola grotta naturale e dunque intraprendono ogni stagione il loro flusso migratorio. Cosa accade quando incontrano le strade? Le attraversano (quando i cordoli laterali non sono troppo ripidi), ma il rischio di essere investiti da qualche auto è molto alto. Un ecosistema così, senza ponti o piccole gallerie sotto la strada che permettano a questi animaletti sicuri attraversamenti (e che permettono anche il naturale scorrere dei corsi d'acqua) è un territorio in pericolo.

Tutela e valorizzazione di un territorio. Il primo passo verso questa opera, che ciascun cittadino, dal più piccolo al più adulto, deve compiere ogni giorno è  osservare il territorio. Ecco, l'attenzione per il proprio territorio, attraverso la raccolta delle immagini di tutto quanto ci circonda. è un'arte che il nostro amico Giancarlo aveva imparato a fare molto bene, ma che è alla portata di tutti, bambini compresi.

Quello che potrete osservare attraverso le immagini della mostra è un percorso tra territori ancora incontaminati, ove l'opera dell'uomo è stata compiuta in armonia con la natura, cercando di non danneggiarla o almeno di limitarne gli effetti collaterali.

I trulli, la pietra a secco dei muretti, le antiche masserie, costituiscono esempi importanti, che possiamo toccare con mano ogni giorno, qui ad Alberobello. L'uso di elementi naturali come la pietra o il legno di quercia, insieme all'ingegnosità dei nostri nonni, ha lasciato un esempio (da seguire) di come si potrebbero realizzare insediamenti umani in pace con la natura. L'opposto di quello che invece ci accade di vedere in una grande metropoli, dove lo sviluppo vertiginoso della popolazione e delle esigenze economiche hanno portato a grandi insediamenti urbani fatti di vetro, cemento e acciaio, senza  il rispetto di quello che era il suolo prima di quell'insediamento, neanche un piccolo giardinetto dove poter giocare a palla.

In questi ultimi anni si sente parlare sempre più di un termine: "sviluppo sostenibile". Che significa? Che le risorse naturali (acqua, cibo, carburanti fossili) non sono inesauribili e che vanno impiegate cercando di dare alla natura il tempo di rigenerarsi. E non solo: che tutto quello che l'uomo deve fare per permettere alle sue comunità di crescere ancora, deve essere realizzato nel rispetto dei tempi della natura, senza badare solo al risultato immediato, ma anche a quello che può accadere all'ecosistema tra 10-20 o 50 anni. I maggiori scienziati nel mondo, hanno già lanciato l'allarme: tutti siamo chiamati a pensare il nostro futuro nel rispetto della terra e del territorio che ci ospita. Giancarlo aveva cominciato a farlo, osservando e studiando il territorio; ora noi tutti dobbiamo continuare a farlo, partendo da piccole cose quotidiane ma soprattutto mantenendo alta l'attenzione per tutto quanto ci circonda. Con la curiosità e la sincerità dei bambini.

 

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